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La Quintana Cybea

  • La rievocazione storica della Giostra della Quintana Cybea, recuperata alla memoria già da 27 anni, rappresenta un momento molto significativo di aggregazione della propria gente, di socializzazione, rivolta specialmente ai giovani, di immagine e di rilancio turistico, storico-culturale ed economico.
  • L’Associazione “Ducato di Massa” ogni anno ricorda la Fondazione della città con un corteggio storico, l’annuale della posa della prima pietra e un convivio rinascimentale legato alla ricorrenza della Posa.

 

  • Anche quest’anno l’Associazione Ducato di Massa, associazione di promozione sociale senza scopo di lucro, organizza la prestigiosa Quintana Cybea, giunta alla sua XXVII edizione. L’importanza di questa rievocazione storica assume importanti significati non solo per il nostro territorio ma anche per il valore che un Paese come l’Italia e una Regione quale la Toscana per sostenere il proprio patrimonio culturale immateriale oltre a quello materiale, al fine di salvaguardarlo e valorizzarlo.
  • La prova storica che la Quintana si sia corsa, sicuramente a partire dal 10 Giugno 1557, durante i festeggiamenti per la posa della prima pietra per la costruzione delle mura della “Massa Nova” o “Massa Cybea”, che l’allora Marchese Alberico I° Cybo Malaspina (detto Il Grande) avviò, esattamente un mese dopo aver posato la prima pietra (10 Maggio 1957) anche per la costruzione delle mura dell’altra città “Carrara Nova” o “Carrara Cybea”, è facilmente rintracciabile all’Archivio di Stato di Massa (dove è possibile leggere i documenti originari di tali eventi e la descrizione che vari cronisti -accreditati- all’epoca fecero dello svolgersi della giornata).
  • Questo il riferimento sull’origine storica dell’evento, che nella ricorrenza voluta dal Comune di Massa, per la prima volta nel 1990, assume il nome di “Quintana Cybea” per distinguerla dalle altre Quintane che si svolgono in Italia (ad Ascoli Piceno, a Foligno, ecc.).
  • Da un punto di vista etimologico, invece, si considera valida l’ipotesi che la parola quintana troverebbe la sua derivazione dalla parola latina “quintus”. La denominazione di Quintana deriverebbe dal nome della “quinta via” dell’accampamento romano (parallelamente alla via principalis corre, come seconda strada principale trasversa, la via quintana), nella quale, essendo la più larga, aveva luogo l’addestramento dei soldati che, armati di lancia, si lanciavano a cavallo contro un fantoccio cercando di infilare l’anello sospeso a una mano del fantoccio. Risalgono, quindi, ad allora le origini del torneo, ripreso e diffuso un po’ ovunque, in Europa, nel Medioevo, ed esploso nel Rinascimento, in particolare, durante l‘occasione di feste e ricorrenze.
  • Va pertanto sottolineata l’importanza della salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale del nostro territorio, tanto quanto risulta importante la salvaguardia e valorizzazione del nostro patrimonio culturale materiale: per esempio il Castello Malaspina.
  • Il patrimonio culturale, materiale e immateriale, della Città di Massa è la nostra ricchezza comune: il retaggio delle generazioni di massesi, e non solo, che ci hanno preceduto e il nostro lascito ai posteri. Si tratta di un patrimonio di conoscenze insostituibile e di una risorsa preziosa per la crescita economica, l’occupazione e la coesione sociale, che può arricchire la vita di centinaia di giovani e che è fonte di ispirazione e forza trainante per le nostre industrie culturali e creative. Il nostro patrimonio culturale e le modalità secondo cui lo preserviamo e valorizziamo sono un fattore determinante nel definire la posizione della città di Massa e dell’Italia verso gli altri territori e la sua attrattiva quale luogo per vivere, lavorare e da visitare.
  • Oggi si chiede (dall’UNESCO, dall’Ue, dal Governo italiano, dalle Regioni) alle comunità locali di proteggere le pratiche, le rappresentazioni, le conoscenze e i saperi tramandati oralmente, di generazione in generazione, ma allo stesso tempo si chiede che il patrimonio culturale popolare venga salvato, rendendo protagonista e garantendo la “vita” alla comunità, al gruppo che lo ha prodotto. Mai come oggi, infatti, la tradizione, la cultura popolare, il lato immateriale della cultura materiale, è sentita come un bisogno. Il popolo ha bisogno di una tradizione popolare, fatta di cultura che si possa definire tale e che sia praticabile, non virtuale.
  • La tradizione popolare della Quintana Cybea rappresenta un pezzo di “memoria collettiva”, conservata e salvata dall’abbandono e dall’oblio, con la particolarità che non si tratta di un paesaggio o un monumento, ma di un tesoro che si tramanda con la rievocazione e la ricostruzione storica, che indica nella Quintana Cybea un esempio di “diversità culturale” ma, al tempo stesso la identifica come un “bene intangibile”, un tesoro che rientra a pieno titolo nel patrimonio culturale immateriale che deriva dall’ “identità culturale collettiva”. Siamo qui nel campo rappresentato dalla grande tradizione della “demoetnoantropologia” italiana e forse molti cittadini non si rendono conto di questa ricchezza.
  • C’è molto lavoro da fare. La Quintana Cybea con le caratteristiche e l’importanza sopra descritta, obbliga la comunità di Massa a comportarsi come altre città, italiane ed europee, che hanno colto quanto le rievocazioni e ricostruzioni storiche (e le loro manifestazioni collaterali) siano un grande attrattore turistico per un turismo colto e un turismo giovanile, oltre a poter diventare un grande fattore sociale, che può dare ai giovani una angolazione e prospettiva diversa alla propria esistenza.

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