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INTERVISTA ALLA GIORNALISTA DANIELA MARZANO

INTERVISTA ALLA GIORNALISTA DANIELA MARZANO DE “IL TIRRENO”

 

Massa, lì 17 Gennaio 2022

 

Presa visione del comunicato stampa rilasciato dall’Associazione Ducato di Massa, la Giornalista de “Il Tirreno”, Daniela Marzano, ha rivolto alcune domande al Presidente dell’Associazione Ducato di Massa, Luigi Badiali e al Presidente dell’Associazione Apuamater e Consigliere del Direttivo dell’Associazione Ducato di Massa, Prof. Claudio Palandrani (Apuamater è partner principale del progetto “Rinascimento 2021” e, assieme ad altre associazioni del territorio, lo sarà anche per il progetto “Rinascimento 2022” in corso di presentazione, da parte dell’Ass.ne Ducato di Massa, al Ministero della Cultura e alla Regione Toscana).

 

  1. Presidente Badiali, a cosa si deve questo nuovo dinamismo dell’Associazione Ducato di Massa?
  2. Sono alcuni anni che l’Associazione Ducato di Massa cerca di adeguarsi alle nuove sfide.

L’Unesco e il Consiglio d’Europa offrono scenari inediti soprattutto se si incrociano le interdipendenze esistenti tra le tre Convenzioni Unesco [Patrimonio culturale: materiale (1972), immateriale (2003), diversità culturale (2005)] con quella del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (adottata nella città portoghese di Faro il 27 ottobre 2005 e ratificata dall’Italia il 24 Ottobre 2020), la quale introduce: il concetto di eredità del patrimonio culturale e rafforza la partecipazione dei cittadini e il ruolo delle nuove generazioni quali destinatarie di tale eredità patrimoniale).

Oggi tutte queste Convenzioni sono divenute leggi da applicare ed attuare nel nostro Paese.

Se a questo si aggiunge la nuova Normativa del Governo (2016-2017) e della Regione Toscana (la più recente e rivoluzionaria è la n. 27 del 2021), che spinge al coinvolgimento delle scuole e delle università da parte delle Associazioni che si occupano specificamente delle Rievocazioni Storiche, e se, aggiungiamo l’analisi dei risultati del Progetto biennale di Ateneo dell’Università di Pisa, la quale ha coinvolto ricercatori di ogni parte d’Italia, modificando e nobilitando il giudizio e la considerazione delle Università verso il tema delle Rievocazioni Storiche, e se, infine, si comprende quanto stia incidendo la rivoluzione apportata dalla Legge del Terzo Settore (in Toscana -per legge- le associazioni di Rievocazione Storica sono tutte iscritte al RUNTS: Registro Unico Nazionale del Terzo Settore), diviene comprensibile lo “tsunami” culturale a cui sono sottoposte le vecchie e care “rievocazioni storiche”. Tutto ciò, naturalmente, pur continuando a mantenere le proprie caratteristiche orientate a far ri-vivere la storia attraverso le arti performative e promuovendo la riconversione – in termini didattici e culturali – delle attività completamente rinnovate e mirate a obiettivi che possono essere raggiunti solo se la “Cultura e le Attività che si identificano nelle rievocazioni storiche” saranno in grado di trasformarsi in “Relazioni” permanenti con i giovani, i cittadini e le istituzioni del territorio.

 

 

  1. Prof. Palandrani, quattro Eventi e l’avvio di quattro Comitati, in pochi mesi, come vede, lei che sta all’interno del Consiglio Direttivo dell’Ass.ne Ducato, le scelte importanti che coinvolgono le scuole divenute protagoniste e come vede anche il suo ruolo di Partner di progetto, nella sua qualità di Presidente di Apuamater?
  2. Guardi quanto ha detto il Presidente Badiali, spiega già molto delle nuove esigenze di iniziativa culturale e di presenza sociale di cui -in primis- le nostre Associazioni si sentono portatrici.

Poiché il quadro normativo e culturale di riferimento ci impone di evolvere o perire, un coinvolgimento più maturo e consapevole dei cittadini, e in particolare dei giovani studenti e delle stesse scuole si rende assolutamente necessario. Il processo di questo cambiamento è tracciato nella Convenzione di Faro.

Si trattava di avere anche una legge regionale che spingesse fortemente in questa direzione (e fino allo scorso anno non c’era, e “Faro” è stata ratificata dall’Italia solo nel 2020). C’era poi da costruire una proposta che fosse convincente per i cittadini e le scuole, e fosse attrattiva per gli studenti (talvolta un po’ “neghittosi” verso la storia) e gli insegnanti.

Ecco dunque l’esplorazione di nuove modalità di approccio in sintonia con le tradizionali, e sempre utilissime, “lezioni frontali”. Nasce qui il binomio vincente: un videogioco tridimensionale e una narrazione non pedissequa della storia locale, che alla prova dei fatti ha funzionato perfettamente!

I temi propri della storia (fatti storici, biografie dei personaggi, ecc.) ma anche le numerose sfide proposte, che attraverso le vicende della storia locale si sono riscontrate e integrate con le sfide del gioco (e della vita), hanno sviluppato una sana competizione ideale sostenuta dalla spinta dei nobili ideali della cavalleria.

Così è anche per il concetto di una premialità, che diviene il riconoscimento di un “merito” guadagnato cavallerescamente sul campo della sfida leale.

Il coinvolgimento dei docenti, sui contenuti e sulle nuove normative, è risultato fondamentale.

Tutti questi aspetti si sono rivelati importanti sia a livello didattico, sia per il recupero di contenuti che dalle scuole erano scomparsi da tempo (storia locale, geografia locale, educazione civica e normative sono state riconosciute come discipline primarie, necessarie per rendere più consapevoli gli allievi che in questo modo possono riscoprire le proprie radici e il senso di appartenenza al proprio territorio, riscoprendo in primis lo “spirito dei luoghi” senza rinunciare alla consapevolezza di cittadinanze più ampie, come quella europea).

I risultati sono andati oltre le nostre più rosee aspettative. Abbiamo trovato allievi molto interessati e coinvolti, insegnanti che hanno riscoperto un filone sul quale rilanciare e progettare con ulteriori proprie iniziative, ed hanno incontrato Associazioni che possono soddisfare un “segmento di conoscenza” che abbisogna di esperti appassionati e competenti che volentieri si mettono a disposizione.

I quattro Eventi e i quattro Comitati sono divenuti una conseguenza naturale dell’azione avviata con le scuole.

Poiché c’è localmente un tessuto diffuso di conoscenze e di saperi che va attivato offrendo nuovi percorsi da esplorare, all’interno dei quali esprimersi, ed esprimere una “progettualità culturale” in modo assai differente rispetto al passato recente, si è reso necessario ricorrere alla costituzione di Comitati.

I primi nuclei della loro composizione sono stati individuati, da parte del Consiglio Direttivo, basandosi su competenze reali, dimostrate negli anni da singoli soggetti e da Associazioni del territorio, che produrranno un arricchimento reciproco a chi entrerà a farne parte. Altri si aggiungeranno in seguito.

La scelta del Ducato di aprirsi all’apporto costruttivo di altri soggetti (possibili partner di percorso) ha consentito al sottoscritto -in quanto presidente dell’Associazione Apuamater che già in passato aveva già collaborato su alcune iniziative- di trovare, all’interno del Ducato uno spirito completamente rinnovato. La sinergia che si è instaurata tra l’Associazione Ducato e l’Associazione Apuamater ha già consentito un forte scambio di esperienze positive e di buone pratiche che può arricchire entrambe le Associazioni e tradursi in una forte capacità di proposizione culturale di cui potranno giovarsi le due città cybee.

Questo per dire che il modello (Cultura=Relazioni) può diventare una costante, un metodo ed un “modello che possa divenire attrattivo anche per tanti altri soggetti “Istituzionali”.

Certo conta molto anche lo spirito con il quale ci si siede al tavolo e si affrontano le sfide e i progetti futuri!

 

  1. Presidente Badiali, come pensa di coinvolgere altri soggetti territoriali e che futuro vede per le rievocazioni storiche?

 

  1. Serve indubbiamente una crescente consapevolezza e prendere piena coscienza (assumendone anche la responsabilità conseguente) sapendo che si sta parlando di un patrimonio culturale fragilissimo, di natura immateriale, non tangibile. Un patrimonio vivente – nel senso più alto e nobile del termine – per cui nel momento in cui dovesse “interrompersi o chiudesi” l’azione che l’Associazione che svolge la propria attività di tutela e salvaguardia del patrimonio “tradizionale”, a differenza di quello materiale, questo patrimonio “culturale e immateriale” andrebbe irrimediabilmente perduto.

Ciò spinge verso un futuro prossimo nel quale le tracce delle azioni da intraprendere sono disegnate grazie ai nuovi quadri di riferimento normativi, adottati ai vari livelli.

La soluzione è stata individuata nell’aprirsi, su un piano culturale di alto profilo (anche se apparentemente utilizzando “semplici linguaggi”) avvalendosi della necessaria competenza di esperti e in modo condiviso e responsabile, verso nuove relazioni con le realtà territoriali e il mondo dell’istruzione e della formazione.

In questa prospettiva diverranno essenziali il confronto e la collaborazione con altri soggetti e altri partner portatori di competenze qualificate, da cui far scaturire confronti costruttivi su attività, programmi di salvaguardia e iniziative future.

La lunga esperienza, anche sul terreno progettuale, messa in evidenza dall’Associazione Ducato anche con le iniziative più recenti, insegnano che è questo il modo giusto e innovativo per mantenere vivo e vitale l’ambito del patrimonio culturale immateriale al quale deve corrispondere positivamente il mondo plurale delle rievocazioni storiche nel suo complesso.

Queste “comunità di eredità patrimoniale”, sono al tempo stesso “eredi vive ed attive e portatrici d’interesse” (in favore esclusivo delle più ampie comunità civiche di cui sono interpreti e nelle quali svolgono la propria attività culturale), offrendo in tal modo maggiori prospettive per il futuro riguardo alla trasmissione della conoscenza storica, anche in chiave di manifestazioni performative e di rievocazione storica tradizionale.

 

  1. Prof. Palandrani, quali eventi e quali comitati possono facilitare la sfida che avete lanciato?

 

  1. L’evento della Quintana Cybea in Piazza Aranci rappresenta un fatto di assoluta novità. È una riscoperta ed una attualizzazione delle intuizioni che si realizzarono ormai molti anni fa per merito del Dott. Santi. Allo stesso tempo costituisce una ricontestualizzazione storica. Vero è che al momento della fondazione di Massa Cybea la Piazza Aranci non esisteva ancora fisicamente ma, almeno in parte, essa era già presente nel progetto albericiano. Possiamo dunque pensare che la realizzazione della Quintana in Piazza Aranci sia un tributo d’affetto che la città di oggi rende al suo fondatore, Alberico, ed al suo progetto magnificamente “visionario”. In questo senso la Quintana Cybea viene corsa all’interno della città albericiana e ne celebra la nascita, avvenuta il 10 Giugno 1557, assieme al suo costruttore.

La novità sarà che, per la prima volta, la Quintana di una “Comunità di Eredità” vedrà crescere attorno all’evento di rievocazione storica, una Comunità di Associazioni e di persone molto più vasta rispetto alla condizione, decisamente più solitaria, nella quale è stata lasciata l’Associazione Ducato di Massa in questi ultimi anni. All’Associazione Ducato va dunque tutto il merito di aver tenuto salda la direzione e la testimonianza attiva sui quei temi che vanno oggi riscoperti su basi nuove e con il supporto di un quadro normativo innovativo che offre opportunità inedite e ricche possibilità per il futuro.

In merito ai Comitati neo-costituiti, ritengo che le iniziative che ne caratterizzeranno l’operatività saranno articolate anche sulla base della tempistica relativa. È chiaro che il Comitato che opererà sul quattrocentesimo anniversario della morte di Alberico I, si troverà a sviluppare iniziative che si concentreranno prevalentemente nel 2022 e 2023. Il Comitato sul Centro Studi Cybei – uno spazio di ricerca e di studio di cui a Massa molti studiosi avvertivano la necessità – articolerà le proprie iniziative su un tempo più lungo. Di tutto questo L’Associazione Ducato e gli altri partner avranno da discutere nel corso dei prossimi mesi.

L’auspicio è che le Istituzioni, ai vari livelli, colgano il senso del grande lavoro che cittadini disinteressati stanno compiendo per onorare le proprie città e vogliano assumere quella parte e quel ruolo attivo che loro spetta.

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